Vasi: le caratteristiche e i materiali più adatti - Cose di Casa

2021-11-22 13:51:16 By : Ms. Villy Chen

I criteri guida per la scelta dei vasi in cui collocare le nostre piante devono tenere in considerazione aspetti estetici (forma, colore, finiture e lavorazione superficiale) ma, soprattutto, pratici. La maggior parte delle piante può essere coltivata in contenitore purché questo sia adeguatamente proporzionato allo sviluppo dell'apparato radicale della specie e sia dotato di alcune caratteristiche indispensabili (porosità, possibilità di drenaggio, resistenza nel tempo) favorevoli all'omogeneità di crescita della vegetazione. contenuto. Ecco una guida pratica per scegliere bene e avere piante sane e rigogliose.

Il volume di terra che il vaso può contenere deve essere sufficiente per un regolare sviluppo delle radici nel tempo, evitando di dover cambiare troppo spesso il contenitore. In commercio si trovano vasi di profondità variabile da pochi centimetri fino a 80-100 centimetri, a seconda del tipo di piante. Indicativamente si può fare riferimento al seguente schema: - per piante erbacee (annuali e perenni) e arbusti fino a 40-60 centimetri di altezza: è necessario un contenitore con profondità da 15 a 30 centimetri. - per arbusti di medie dimensioni (fino a 100-130 centimetri di altezza): da 40 a 60 centimetri. - per grandi arbusti e piccoli alberi (fino a due metri di altezza): da 60 a 100 centimetri.

Tutti i contenitori devono avere uno o più fori di drenaggio, indispensabili per garantire il drenaggio dell'acqua ed evitare che si accumuli negli strati più profondi, provocando gravi condizioni di asfissia radicale. Il sottovaso può essere utilizzato, ma per la maggior parte delle piante deve essere svuotato velocemente dall'acqua drenante. Solo per alcune piante, come felci, maranta e aglaonema, tipiche degli ambienti ombrosi e umidi e per alcune piante da fiore da interno (come azalee e ortensie) è utile che l'acqua drenante rimanga nel sottovaso.

- Porosità: i materiali migliori sono quelli che garantiscono soprattutto una buona porosità, indispensabile per garantire sia adeguati scambi gassosi tra il substrato (quindi le radici) e l'atmosfera esterna, sia, per evaporazione dalle pareti, la perdita dell'acqua in eccesso presente in il terriccio. - Isolamento termico: il materiale ideale deve anche isolare il più possibile dagli sbalzi termici per evitare che il substrato, e quindi gli apparati radicali, si scaldi o si raffreddi eccessivamente. - Peso: il materiale determina anche il peso del contenitore: questo parametro è di notevole importanza nel caso di allestimenti su terrazzi o balconi, quindi presente su solai destinati a sostenere solo determinati carichi. La pesantezza comporta anche la facilità di spostamento dei contenitori. - Durabilità: alcuni materiali offrono una buona resistenza a rotture accidentali, gelo, temperature estive eccessive e sono quindi in grado di garantire una durata maggiore rispetto ad altri.

COTTO o TERRACOTTA Il cotto è il materiale più tradizionale per la produzione di vasi: ottenuto da argille di diversa composizione, ricche di ossidi di ferro, può essere lavorato e sagomato in varie dimensioni e forme, sia liscio che provvisto di motivi decorativi in ​​rilievo. I contenitori in terracotta più pregiati e costosi sono ottenuti attraverso un processo artigianale, gli altri attraverso stampi industriali. La terracotta presenta un'elevata porosità, in grado di favorire sia gli scambi gassosi tra gli apparati radicali e l'atmosfera esterna (entra l'ossigeno, esce l'anidride carbonica prodotta dalle radici), sia l'evaporazione dell'acqua in eccesso presente nel substrato: nei periodi caldi questo secondo fenomeno permette il raffreddamento del substrato, al contrario, quando il terreno è troppo secco, la porosità permette l'assorbimento dell'umidità atmosferica, quindi l'idratazione del substrato. Gli aspetti negativi della terracotta sono: pesantezza del materiale; possibilità di rottura o fessurazione; scarsa resistenza al gelo (soprattutto nel caso di vecchi vasi, che durante l'inverno è consigliabile coprire con teli di juta o canna); difficoltà di spostamento e trasporto (per contenitori di grandi dimensioni); formazione esterna di muffe o alghe (da rimuovere con acqua calda e sapone, con l'ausilio di una spazzola abrasiva, ma non con detergenti liquidi chimici che potrebbero penetrare attraverso i pori ed essere tossici per gli apparati radicali); prezzo più alto, a parità di dimensioni, rispetto ai contenitori in plastica.

PIETRA La pietra naturale è un materiale di alta qualità, ma costoso e pesante. I contenitori in pietra sono generalmente stabili in giardino. La porosità dipende dal tipo di materiale di partenza e dallo spessore (generalmente consistente) delle pareti, ma è comunque inferiore a quella del cotto. I contenitori possono essere lucidati (come il marmo) o lasciati naturali (come l'arenaria).

CEMENTO Questo materiale estremamente economico viene utilizzato quasi esclusivamente per realizzare grandi contenitori per l'arredo del verde in parchi e spazi pubblici. Il valore ornamentale è scarso e il peso è spesso notevole, tanto che, per alleggerire il prodotto, al cemento vengono aggiunti altri materiali come argilla espansa o graniglia di marmo, ottenendo quelli che vengono chiamati contenitori di “graniglia” o “granulato”. . I contenitori a base di materiale cementizio sono durevoli, sufficientemente porosi e ben resistenti agli shock termici.

CERAMICA I vasi in ceramica smaltata, lucida o opaca, sono utilizzati principalmente per l'arredo di interni verdi in quanto questo materiale è poco resistente al gelo invernale. Non hanno una superficie porosa e spesso nemmeno un foro di drenaggio, quindi l'irrigazione deve essere molto attenta e generalmente scarsa. Oltre al valore decorativo, questi vasi sono funzionali in quanto facili da pulire. Tuttavia, sono più adatti come portavasi, che come veri e propri vasi da coltivazione.

METALLO Vari elementi (rame, ferro, acciaio, alluminio) vengono utilizzati principalmente come portavasi e non come veri e propri vasi da coltivazione. In ogni caso si tratta di materiali non porosi, molto resistenti, generalmente non economici.

MATERIE PLASTICHE Questi materiali coprono attualmente quasi i due terzi del mercato dei contenitori, sia per professionisti che per hobbisti e sono rappresentati da diversi composti sintetici (polietilene, polivinilcloruro, polipropilene, fibra di vetro) facilmente lavorabili e modellabili in varie forme, dimensioni (da pochi centimetri di altezza fino a 100-120 centimetri di profondità) e colori. I principali vantaggi di questi materiali sono la robustezza; la lunga durata; leggerezza; il prezzo generalmente basso. Il difetto principale (e più grave) è rappresentato dalla bassissima porosità: i produttori cercano di contenere questo limite, aumentando il numero di fori di drenaggio sul fondo che, anziché uno solo come nei classici vasi in terracotta, può essere anche 4- 5 o più. In ogni caso, data l'inesistente capacità di evaporazione dell'acqua dalla superficie plastica, le annaffiature devono essere ridotte in quantità e meno frequenti in quanto vi è un elevato rischio di ristagno d'acqua nel supporto. I vasi prodotti con plastiche di bassa qualità sono poco resistenti al sole o al gelo, quindi tendono a deteriorarsi facilmente, oppure possono trasmettere calore o freddo eccessivi agli apparati radicali. Attualmente la produzione di vasi in plastica è stata perfezionata e in commercio si trovano contenitori con ottime caratteristiche strutturali (stabilità del materiale nel tempo, buona resistenza alla luce e alle escursioni termiche): i più durevoli sono prodotti con una miscela di polietilene e polipropilene. Un prodotto particolare è quello ottenuto dall'utilizzo di resina polietilenica, atossica e riciclabile, molto resistente sia al gelo che alle prolungate temperature estive, grazie alla quale si ottengono vasi che imitano molto bene i classici vasi in terracotta, al punto che per questo prodotto è stato coniato il termine "similcotto".

LEGNO Il legno è il materiale meno durevole, a causa del degrado dovuto al contatto diretto e prolungato con il suolo, spesso umido per la presenza dell'acqua di irrigazione. I contenitori in legno richiedono inoltre più manutenzione degli altri in quanto necessitano di essere riverniciati in media ogni 4-5 anni. Per evitare l'usura è possibile aggiungere all'interno della fioriera una vasca in ferro zincato, acciaio o rame, in modo da isolare il legno dal terreno. Spesso altri contenitori si trasformano in contenitori per piante, ad esempio botti di legno, tini di vino, vecchie tinozze utilizzate per i lavori domestici: in questo caso la manutenzione deve essere ancora più accurata, ma i trattamenti di verniciatura conservativa che allungano la vita del legno possono essere dannoso per le piante.

La caratteristica principale dei contenitori in materiale biodegradabile è rappresentata dalla capacità di degradarsi completamente, una volta non più utilizzati, in tempi più o meno brevi a seconda delle dimensioni e del materiale di partenza, eliminando così i problemi del loro smaltimento. I contenitori ecologici più conosciuti e diffusi hanno dimensioni medio-piccole e sono realizzati con torba compressa: questo materiale, oltre ad avere un'elevata porosità, contribuisce, seppur in misura minima, a fornire alle piante in crescita un supporto nutritivo, grazie alla composizione dei suoi elementi fondamentali. La fibra di cocco, l'amido e la cellulosa vengono utilizzati anche per confezionare vasetti, generalmente di dimensioni medio-piccole. I vasi ecologici più recenti sono quelli realizzati con lolla di riso (ovvero gli scarti della lavorazione del riso) mescolata con una particolare resina naturale. Questi contenitori sono presenti in varie forme, diverse dimensioni e colori. Questi vasi sono adatti alla coltivazione di piante da trapiantare successivamente nel terreno (es. ortaggi) senza essere svasate. La possibilità di interrare direttamente il contenitore protegge gli apparati radicali, soprattutto quelli più delicati, dagli inevitabili danni che si verificano quando le zolle vengono rimosse dal contenitore: in questo modo si evita il cosiddetto stress da trapianto. Sono adatte, soprattutto quelle di torba compressa, per piccole piante annuali, come primule, violette, begoniette, agerati, alyssus e calendule e anche per piante da fiore di media grandezza, come gerani e petunie pendenti che possono essere messe a dimora direttamente in vassoi di grandi dimensioni. senza il bagliore. Possono essere utilizzati anche per la semina di ortaggi a radice delicati, come pomodori, peperoni, melanzane, zucche e zucchine, che, una volta giunti al loro sviluppo finale, trovano posto direttamente nel terreno dell'orto. I vasi biodegradabili possono essere utilizzati per radicare talee di specie arbustive da esterno (biancospino, lillà, viburno, alloro, oleandro) che, una volta ben sviluppate, vengono messe a dimora nel terreno senza essere tolte dal vaso. Tutti i vasi ecologici, oltre a degradarsi nel terreno, subiscono, se smaltiti con la raccolta dei rifiuti organici, il totale degrado, trasformandosi in prezioso compost.

Per la maggior parte delle piante sono adatti contenitori a sezione quadrata o rettangolare ma anche tondi: la forma è indifferente. Alcune tipologie botaniche, come alberi da frutto e piante da appartamento, invece, prediligono contenitori a sezione tonda (tronco di cono o vasi cilindrici) che favoriscono una migliore distribuzione delle radici. Per alcune piante è fondamentale che il vaso sia molto più alto che largo (arbusti da esterno come oleandro, alloro, photinia, alloro ciliegio e alberelli con apparati radicali molto verticali), mentre per altre (piante succulente di dimensioni ridotte, soprattutto aromatiche) è sufficiente una profondità ridotta, come quella prevista ad esempio dalle ciotole. È meglio evitare contenitori con una base troppo piccola, anche se esteticamente pregevole, perché non garantiscono sufficiente stabilità.