Guardia giurata rapinata in autostrada, il vigilante che ha negoziato: "Simile colpo di stato in Calabria" - Tusciaweb.eu

2021-11-17 07:31:03 By : Mr. KEN Deng

Il blindato aggredito in autostrada

Viterbo - (sil.co.) - Rapina da oltre un milione di euro al furgone della sicurezza della Securpol aggredito all'uscita Cinelli dell'autostrada il 1 febbraio 2016, il colpo asseritamente sferrato dagli stessi banditi che il 29 aprile 2015 a Tortora, in Calabria, fingono un posto di blocco travestendosi da carabinieri.

Ne ha parlato Michele Potenzi, l'ex guardia giurata che ha negoziato un accordo, durante l'udienza di mercoledì del processo all'ex collega vigilante Fabio Aglioti. Quest'ultimo, secondo il pm Stefano D'Arma, sarebbe stato l'ideatore e l'artefice della rapina, che sarebbe stata pianificata insieme al rapinatore professionista di origine napoletana Salvatore Centro, detenuto a Mammagialla, e realizzata con alcuni complici anche del Napoletano.

“Una volta Aglioti propose una rapina al blindato sulla rotta Roma Fiumicino-Napoli-Catanzaro-Canicattì. In estate passa nei pressi di Cosenza, sulla litoranea, per i lavori all'autostrada. Poi la rapina è avvenuta davvero, con i finti poliziotti, la finta bomba, il suv con cui hanno aperto le porte posteriori", ha detto il super testimone Potenzi.

Tra i due uno scambio di reciproche accuse. Aglioti ha parlato di una vendetta nei suoi confronti da parte di Potenzi: "Voleva farmi pagare la gelosia, perché diceva che ci avevo provato con sua moglie". Potenzi, a sua volta, ha raccontato di essere stato messo in mezzo dall'imputato e di aver appreso del progetto di rapina presso una guardia giurata durante un pranzo, al quale ha partecipato anche Salvatore “Salvo” Centro, al quale Aglioti lo aveva invitato.

Ma c'è di più. Potenzi ha fatto riferimento a due rapine in cui, a suo dire, l'imputato sarebbe stato coinvolto, o di cui sarebbe stato almeno a conoscenza: la rapina alla guardia giurata avvenuta la notte del 29 aprile 2015 a Tortora, in Calabria, dove i banditi fingono un posto di blocco travestendosi da poliziotti, e la rapina da due milioni di euro a una banca cinese con sede in un appartamento di piazza Vittorio a Roma.

La bomba (falsa) usata per lo sparo alla portaerei

Il bottino dell'assalto alla portaerei Securpol a Tortora, in provincia di Cosenza, sarebbe stato di oltre 700mila euro. In azione tre banditi travestiti da vigili urbani che hanno predisposto un finto posto di blocco a Tortora, sulla statale 18 Tirreno Cosentino.

I malviventi hanno spaventato le due guardie giurate piazzando una bomba composta da candelotti di dinamite sulle portiere del furgone. Per renderlo più credibile, hanno anche mostrato un piccolo telecomando che avrebbe azionato gli esplosivi a distanza.

Ma i bastoni, si scoprì in seguito, erano falsi: ricavati da un manico di scopa tagliato in sei pezzi. Hanno poi sfondato le porte, utilizzando un cavo d'acciaio agganciato a un potente Suv, portando via circa 700mila euro tra lingotti d'oro e gioielli.

“A fine dicembre 2015 Aglioti mi ha invitato a pranzo e al ristorante c'erano anche Salvatore Centro e altri due soggetti. Si è parlato della rapina poi effettuata a Viterbo e Salvatore mi ha dato indicazioni, dicendo quello che dovevo fare, cioè che dovevo stare calmo e non reagire, perché sarebbe andato tutto bene", ha spiegato.

“Non ho denunciato perché mi sentivo messo in mezzo, avevo paura, ero terrorizzato. Ho assecondato Aglioti perché avevo paura di lui, una volta mi ha detto che aveva ucciso un uomo”, ha risposto Stefano d'Arma al pm.

Il processo riprenderà il 15 dicembre.

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