IYO Aalto, simmetrie giapponesi tra cucina e forme

2021-12-06 23:46:54 By : Mr. Jackie Cho

Ai piedi della Torre Solaria a Milano, a pochi passi dal Diamantone e da Piazza Gae Aulenti, ha aperto un pezzo di Giappone innovativo e futuristico dal design mozzafiato.

Un'idea del Giappone inedita e contemporanea nel progetto che Maurizio Lai ha sviluppato per il nuovo IYO Aalto, il secondo brand del gruppo dopo IYO Taste Experience - l'unico ristorante giapponese premiato con una stella Michelin in Italia.

Lo spazio, di 320 mq, si snoda in un percorso che abbraccia la grande cucina a vista, la cantina, l'esclusiva sala Sushi Banco e il Ristorante Gastronomico. Materiali naturali - legno di noce, porfido, ottone, pelle - si uniscono ad elementi sofisticati e tecnologici.

Il passaggio dall'esterno all'interno è definito da un ingresso che introduce una dimensione senza tempo e onirica: un compasso con lastre di vetro float e specchi fumé dilata lo spazio, in un gioco di trasparenze e riflessi infiniti. All'interno vi accoglie un'installazione luminosa e una scrivania, realizzata in porfido grigioverde fiammato e ottone, che con la sua forma organica introduce un dialogo tra forma e materia che continuerà per tutta la stanza.

IYO Aalto si distingue infatti per la discreta e costante presenza di segni che caratterizzano tutte le superfici: piccoli intarsi in ottone incastonati nelle doghe di legno dei pavimenti; code di rondine - sempre in ottone - che evocano la cultura dell'alta falegnameria, fino alle viti degli arredi.

Noce canaletto e porfido sono i materiali predominanti in tutti gli spazi. Le pareti, mai continue, definiscono e delimitano gli spazi senza mai isolarli completamente: come l'imponente tramezzo centrale in lastre di porfido “a spacco” affiancate da superfici materiche e tagli vuoti. Gli arredi e gli allestimenti, interamente su disegno, sono realizzati in collaborazione con Poliform Contract.

Maurizio Lai definisce un ristorante dal sapore assoluto, alla ricerca di profonde simmetrie tra luoghi, momenti vissuti, atmosfere estetiche, tattili e materiche. Troviamo così trasferiti nello spazio i valori fondanti dell'esperienza gastronomica di IYO. IYO Aalto, infatti, unisce in un solo gesto due anime: la tradizione Edomae di Tokyo con i sapori più contemporanei della cucina del Sol Levante. Una doppia esperienza di degustazione, in ambienti studiati nei minimi dettagli.

Affacciato su piazza Alvar Aalto, ai piedi della Torre Solaria - il grattacielo residenziale più alto d'Italia - il ristorante nasce dalla volontà dell'imprenditore Claudio Liu che ha voluto portare una nuova esperienza gastronomica nel cuore della nuova Milano.

Maurizio Lai evoca le suggestioni del Sol Levante attraverso una sensibilità non lontana da stereotipi e luoghi comuni. I richiami alla tradizione giapponese sono molto sottili, lasciando spazio a un linguaggio progettuale dal sapore puro e contemporaneo. Il risultato è un luogo dove tracciare nuovi canoni estetici e una poetica della materia autonoma, dove la luce diventa strumento di narrazione per accompagnare l'ospite alla scoperta di un nuovo livello di esperienza.

Una saletta propone gli edomae zushi giapponesi per 8 posti: un insieme di rituali che affonda le sue radici nell'era Bunsei (1818-1830), dove si preparano i nigiri davanti all'ospite.

La parete d'ingresso è realizzata con Brise Soleil in noce canaletto e lascia intravedere sia l'ambiente interno che l'ampia vetrata che si affaccia sul Bosco Verticale e sulla Biblioteca degli Alberi.

Il bancone è in noce canaletto, con piano di lavoro e piatti in porfido grigio-verde lucido, caratterizzato da sottili intarsi in ottone. Le sedute in pelle, con struttura in olmo nero e rivestimento su misura color cuoio, utilizzato anche per il rivestimento della sala principale, sono prodotte da Poliform Contract, responsabile dell'intero progetto di arredo, falegnameria, vetreria e lavori in pietra , progettare.

Tra l'allestimento del Sushi Banco e quello del Ristorante Gourmet, una scansione modulare del vetro contribuisce alla permeabilità degli ambienti, conservando all'interno antiche botti di sake.

Lo straordinario patrimonio della cucina giapponese è filtrato dal sapere contemporaneo per offrire un'esperienza autentica e ambiziosa, in una sala progettata per ospitare fino a 38 posti a sedere.

Il noce canaletto riveste tutte le superfici dello spazio e il soffitto è impreziosito da sgusce in lastre di vetro float: un tocco di leggerezza per riscoprire i codici classici dei soffitti a cassettoni reinterpretati da Maurizio Lai secondo un'estetica contemporanea.

L'illuminazione dei tavoli è affidata a faretti che restituiscono la luce dove serve senza alterare l'illuminazione complessiva della stanza. Tre pensili in legno scandiscono lo spazio. Disegnati su misura, presentano alcuni dei dettagli ricorrenti del progetto: le viti in ottone, il legno, la pelle, il vetro. Come sospesi, sono circondati da una fuga che diventa elemento di design, un'interpretazione della poetica giapponese che considera il vuoto come equilibrio di equilibrio. Materia e superfici si incontrano senza mai toccarsi, in un gioco di poetiche assenze.

La cantina a muro è una delle più grandi mai costruite: 3,5 mx 10 m, con 6 diverse zone di temperatura, per ospitare fino a 1600 bottiglie. Costituito da un'anima in acciaio inox lucido, è dotato di ante in vetro fumé riflettente (utilizzato anche per il rivestimento del soffitto) e illuminazione interna.

Nei bagni, linee luminose verticali e orizzontali giocano con superfici verticali scure, specchiate a tutta altezza, alternate a lastre di vetro retrolaccato. Pavimenti e soffitti realizzati con lastre di graniglia di vetro riciclato si riflettono moltiplicando lo spazio, creando un effetto inaspettato e aggiungendo un ulteriore livello di realtà al progetto.

Servizio fotografico di Andrea Martiradonna + courtesy Iyo Aalto

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