Responsabilità ambientalecontabilità della sostenibilità - Industria 4 Business

2021-12-06 23:26:42 By : Ms. Helen Chen

Come dare sostanza alla responsabilità ambientale attraverso la contabilità ambientale. Lo sviluppo di una metodologia aiuta l'azienda a calcolare il corretto impatto ambientale partendo da dati di dettaglio o dalle scelte effettuate in produzione.

Partner Reply Consulting, esperto di gestione aziendale e innovatore seriale

Accountability, cioè responsabilità e correttezza dei dati. Entriamo nel merito: “responsabilità” deve essere, a mio avviso, il termine che guiderà le scelte future nel campo della sostenibilità in tutte le sue forme, compresa quella ambientale.

La responsabilità è definita come la responsabilità, da parte degli amministratori che impiegano risorse finanziarie pubbliche, di rendicontare il loro utilizzo sia in termini di regolarità dei conti, sia in termini di efficacia gestionale (fonte: Wikipedia).

Nel campo della governance, la responsabilità si riferisce all'obbligo per una persona di essere responsabile delle proprie decisioni e dei risultati raggiunti.

Il concetto si è ampliato oltre il suo significato di base, vale a dire "essere ritenuto responsabile delle proprie azioni", e può essere descritto come una relazione tra più gruppi o individui in cui "A" è responsabile nei confronti di "B" quando:

Vediamo quindi come declinare la responsabilità nel contesto della sostenibilità ambientale.

Come abbiamo appreso negli ultimi anni, le nostre scelte in merito all'utilizzo delle risorse naturali e quelle riguardanti la gestione della produzione, con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti, sottoprodotti e rifiuti, hanno un impatto ambientale a lungo termine ed è quindi necessario valutare le proprie scelte tenendo conto dell'impatto ambientale che le scelte produttive comportano.

Le vigenti normative sulla gestione dei materiali inquinanti e dei rifiuti in genere danno sostanza al concetto di accountability, cioè di responsabilità, imponendo l'obbligo di una corretta gestione dei rifiuti e prevedono sanzioni amministrative e talvolta penali per chi non rispetta le norme sulla oggetto, sanzioni il cui peso è correlato alla gravità delle omissioni o dei reati commessi.

Non è questo lo scopo di discutere la correttezza delle regole e l'efficacia dei controlli, mi limito ad osservare che le presenti regole prendono in considerazione il risultato complessivo dell'operato aziendale e non possono entrare nel merito delle scelte fatte che restano prerogativa degli amministratori aziendali, che spesso scelgono di non renderli trasparenti all'esterno dell'azienda per paura che non siano comprensibili ai propri clienti o, al contrario, mostrino scelte poco impattanti in termini di miglioramento della sostenibilità.

Sono convinto che i consumatori di domani saranno più esigenti e più precisi delle normative vigenti: l'evoluzione della cultura e della sensibilità collettiva porta allo sviluppo di un pubblico di consumatori informati interessati a raccogliere dati oggettivi, mossi dal desiderio di capire se e come i prodotti offerti dalle aziende rispondano o meno a criteri di sostenibilità ambientale a lungo termine, consumatori responsabili, che eserciteranno la loro responsabilità attraverso una consapevole scelta di acquisto.

Questi sono temi centrali nel dibattito e nelle scelte future:

Poiché le scelte corrette e responsabili si basano sulla corretta conoscenza dei dati, è più che mai necessario ottenere dati affidabili a supporto delle nostre decisioni e questo vale sia per i consumatori che per le aziende che producono i beni e i servizi che mettono a disposizione del mercato . Questo ci porta quindi a sottolineare l'importanza della contabilità di Sostenibilità.

La maggior parte delle aziende misura l'impatto ambientale valutando “l'effetto complessivo” ovvero il punto di emissione nell'ambiente (camino, punto di scarico dell'acqua, quantità di rifiuti smaltiti, rumore prodotto all'esterno…); con l'obiettivo di ridurne l'impatto, l'azienda deve quindi migliorare l'efficienza dell'impianto o dell'abbattitore (di fumi, fanghi, rumore, ...) e quindi attuare misure volte a migliorare l'efficienza dello smaltimento e trattamento delle emissioni e rifiuti.

L'analisi svolta dalle aziende raramente tiene conto del contributo dei singoli prodotti e ciò non consente loro di ottenere informazioni precise sugli impatti connessi ai singoli prodotti e di conseguenza di operare scelte produttive che tengano conto di tali impatti, ma concettualmente è possibile affermare che l'impatto complessivo è dato dalla somma degli impatti provocati dalla lavorazione dei singoli prodotti.

Da qui l'idea di sviluppare una metodologia che possa aiutare l'azienda a calcolare il corretto impatto ambientale partendo da dati di dettaglio o dalle scelte fatte in produzione.

Le informazioni ottenute applicando questo metodo analitico potrebbero consentire all'azienda di lavorare su cause specifiche per ridurre gli impatti dei singoli processi produttivi, modificare i singoli prodotti per migliorarne la sostenibilità e ottenere un beneficio sull'impatto ambientale complessivo come conseguenza di azioni specifiche, non molto rilevanti singolarmente ma complessivamente significative perché ripetute giornalmente su volumi complessivamente significativi.

Oltre al miglioramento di specifici prodotti e processi produttivi, l'azienda otterrebbe informazioni che le consentirebbero di valutare quale mix produttivo attuare secondo gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica che si prefigge. La valutazione del mix produttivo potrebbe essere effettuata con informazioni più ricche e quindi con una visione a 360 gradi della sostenibilità che permetterebbe di coprire i suoi principali aspetti: gli aspetti ambientali e sociali insieme a quello economico.

Come ottenere la ricchezza di informazioni richiesta dalle considerazioni di cui sopra?

Il metodo che proponiamo prende spunto da quello adottato nei sistemi di controllo di gestione per determinare il costo del prodotto, l'analogia del tipo di analisi, il dettaglio con cui l'analisi viene effettuata ed infine una parte del database richiesto, suggeriscono di impostare Contabilità di sostenibilità in stretta analogia con la Contabilità dei costi con il duplice vantaggio di sfruttare le informazioni comuni e di arricchire l'analisi di redditività con quella di impatto ambientale, consentendo così di valutare la sostenibilità delle scelte produttive sia dal punto di vista economico che ambientale.

Come ogni controllore industriale sa, il profitto non è il risultato di una magica alchimia, ma nasce dal contributo che ogni singolo prodotto e cliente apporta al valore complessivo dell'azienda; per valutare azioni economicamente vantaggiose è necessario raccogliere ed elaborare informazioni a livello di dettaglio del prodotto, espresse in una formula che abbiamo:

Analogamente al profitto, l'impatto ambientale è vissuto da molti come l'effetto di eventi non conosciuti in dettaglio ma, per analogia a quanto affermato per la contabilità analitica, possiamo ricondurre l'impatto complessivo ad un calcolo esatto che ne evidenzi le cause, un calcolo espresso dalla formula:

Si precisa che quanto espresso vale sia per il prodotto finito che per tutte le fasi di lavorazione dei semilavorati.

La doppia sommatoria aiuta a riflettere sul fatto che l'impatto ambientale è legato sia al prodotto stesso e alla sua composizione, sia ai processi produttivi e ai materiali di consumo in essi utilizzati.

Per chi ha avuto la pazienza di arrivare a questo punto della lettura, è evidente quale sia il ruolo del controllo di gestione, ma vale comunque la pena sottolinearlo per fornire a ciascuno elementi che possano allo stesso tempo essere utilizzati sia come incentivo per nuove iniziative e come elementi di verifica delle condizioni per l'avvio delle predette iniziative.

Il controllo di gestione conosce la metodologia di calcolo richiesta: come risulta dalle suddette formule, il dettaglio trattato o il singolo prodotto, l'analisi per processo, la necessità di utilizzare informazioni precise ma anche valori complessivi da attribuire ai singoli prodotti, sottolinea come la Contabilità ambientale, nella formulazione qui proposta, presenti significative analogie con la Contabilità industriale o Contabilità dei costi e ciò ponga il controllo di gestione in una posizione di interlocutore non solo preferenziale ma addirittura indispensabile in virtù delle sue competenze metodologiche e tecniche necessarie per ottenere la risultato di una precisa determinazione dell'impatto ambientale legato ai singoli prodotti.

Un'altra competenza necessaria per realizzare un Sistema di contabilità ambientale è la conoscenza dei processi produttivi e dei processi aziendali in senso lato, conoscenza non tanto dei dati tecnici specifici dei singoli processi ma del concetto stesso di processo inteso come attività che riceve risorse in ingresso . , li trasforma grazie a tecnologie e know-how interni, ottiene un output di valore o il prodotto, e i relativi sottoprodotti di minor valore o scarto;

è utile anche per comprendere il rapporto con gli altri processi produttivi ei vincoli che li legano; questa visione è tipica di un controllore industriale che l'ha tipicamente sviluppata negli anni proprio in virtù delle analisi che è chiamato a svolgere per supportare le decisioni aziendali attraverso informazioni di costo relative ai processi produttivi e alle dinamiche che li legano, tale competenza può da valorizzare anche nel nuovo ambito della Contabilità ambientale.

Anche per quanto riguarda la conoscenza e l'accesso alle informazioni necessarie per la determinazione dell'impatto ambientale del prodotto, è ragionevole affermare che il controllo di gestione ne conosce buona parte nei contenuti e nella struttura e quindi, opportunamente supportato da IT, sarà in grado di arricchirli con ciò che manca per sviluppare le informazioni mancanti attraverso un'adeguata elaborazione.

Spesso, a nostro avviso, le informazioni necessarie per queste ulteriori elaborazioni (ovvero i calcoli espressi dalle formule precedenti) sono già presenti nei sistemi aziendali, si tratta di:

In sintesi si può dire che una buona percentuale dei dati necessari sono spesso presenti ma non interconnessi tra loro! Così come il controllo di gestione ha collegato costi, tempi, quantità e altri elementi tecnici per determinare il costo del prodotto, sarà in grado di correlare queste nuove informazioni per determinare l'impatto ambientale del prodotto.

Proprio in virtù della conoscenza metodologica e della visione d'insieme tipica del vostro ufficio, riteniamo che il controllo di gestione possa offrire un supporto difficilmente riscontrabile altrove in azienda, tanto da poter affermare che il controllo di gestione non è solo un importante protagonista per lo sviluppo di iniziative volte alla determinazione dell'impatto ambientale, ma è probabilmente chiamato a svolgere un ruolo di primo piano.

Ecco un paio di esempi per dare un'idea concreta dell'applicazione concettuale del metodo proposto e di conseguenza del tipo di output che si può ottenere.

Partiamo da un esempio all'interno del settore moda, soprattutto in una delle prime fasi della lunga catena del valore della moda, ovvero nelle fasi di tintura delle fibre e finissaggio dei tessuti; entrambi i processi richiedono un ampio utilizzo di acqua e prodotti chimici, questi ultimi vengono poi trattati in un depuratore a valle dal quale è possibile restituire acqua pulita all'ambiente concentrando gli inquinanti (trattati chimicamente o batteriologicamente) nei fanghi di rifiuto.

Ci si potrebbe chiedere quale sia il contributo dei diversi tessuti alla produzione di fanghi e al consumo di acqua, poiché fibre diverse richiedono trattamenti diversi ma anche colori diversi richiedono processi di tintura specifici. Per ottenere questo dettaglio possiamo procedere come segue:

Allo stesso modo, potremo determinare il consumo di sostanze chimiche utilizzate, coloranti, l'energia richiesta, i rifiuti prodotti, ecc., e sceglieremo dove focalizzare l'analisi in base alle questioni ritenute più importanti dall'azienda e dai suoi stakeholder.

Passiamo ora al campo industriale, immaginiamo un settore che partendo dalle lamiere di acciaio, ottiene un prodotto finito per deformazione plastica e successiva lavorazione, campo sufficientemente generico per ospitare molte aziende.

Innanzitutto la tranciatura provoca scarti di lamiera o comunque della materia prima in ingresso, tra le lavorazioni troviamo spesso operazioni di sabbiatura per ridurre la rugosità superficiale ed infine asportazione di materiale tramite frese o trapani che generano trucioli.

Cosa possiamo attribuire al prodotto?

È convinzione di chi scrive che l'applicazione sistemica del metodo sopra illustrato consentirebbe di determinare l'impatto ambientale di ciascun prodotto, tracciando gli elementi desiderati al massimo livello di dettaglio, l'idea rientra nel più ampio concetto di Life Cycle Assessment (LCA) ma lo affronta nell'ottica di LCA Thinking, con un approccio semplificato in profondità ma più ampio nello spettro dei prodotti trattati, così da poter coprire l'intero business dell'azienda o quantomeno quello principale, dove il unico limite dell'applicazione è il costo opportunità di generare l'informazione l'utilità dell'informazione generata.

Le iniziative volte a determinare l'impatto ambientale del prodotto vedono nel controllore e nell'ufficio controllo di gestione un partner essenziale per raggiungere il risultato se non l'attore principale dell'iniziativa stessa, ciò in virtù delle competenze in suo possesso nonché per l'analogia con informazioni già trattate in altri processi di precisa determinazione delle caratteristiche dei prodotti, come la contabilità industriale.

Qual è l'utilità di queste informazioni? Almeno due prospettive di interesse:

Non resta che invitare i colleghi a provare questo metodo e a mettere insieme considerazioni, idee, difficoltà e successi nel percorso di determinazione della Contabilità Ambientale.

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