Biennale Venezia, i tre artisti veneti - CorrieredelVeneto.it

2022-05-28 02:51:32 By : Ms. Laura Gao

Marco Fusinato, Chiara Enzo e Arcangelo Sassolino

Un bellunese suona la chitarra in Australia, un vicentino fonde l’acciaio ispirandosi a Caravaggio a Malta, una veneziana esplora il corpo umano nel Padiglione Centrale. E, ancora, un mestrino prende le misure per confezionare divise in Uruguay. Siamo nel vortice della 59esima Esposizione internazionale d’Arte, «Il latte dei sogni» curata da Cecilia Alemani: in attesa dell’inaugurazione al pubblico di sabato 23 aprile, ecco gli artisti veneti da non perdere.

Marco Fusinato e quel dialetto di Arsiè

Nel padiglione dell’Australia dei Giardini, è tutta da scoprire la performance di Marco Fusinato, artista australiano figlio di genitori bellunesi . Il suo progetto, «Desastres», lo vede parte attiva dell’opera: Fusinato suona la chitarra elettrica (e continuerà a farlo per 200 giorni, per tutta la durata della Biennale) e le note distorte che emette, oltre a essere amplificate dal punto di vista sonoro, lo sono anche graficamente grazie a un enorme ledwall dove scorrono grafiche e immagini in bianco e nero. In dialogo con la curatrice Alexie Glass-Kantor, l’artista si sofferma sul percorso di riscoperta delle sue origini, che lo hanno portato più volte nella casa di famiglia di Arsiè (Belluno). Un legame non solo affettivo, ma anche linguistico di un dialetto di cui si è perso l’uso. «Il particolare dialetto che parlo sta morendo con la mia generazione – spiega Fusinato –. I miei genitori e i loro coetanei sono gli ultimi contadini, gli ultimi ad aver avuto quello stile di vita. Siamo alla fine di queste tradizioni orali vecchie di secoli, tramandate attraverso le generazioni».

Arcangelo Sassolino, Caravaggio è acciaio in trasformazione

La materia, che sia vetro, metallo, pietra, per il vicentino Arcangelo Sassolino è sempre mutabile e trasformabile. Nel padiglione di Malta all’Arsenale, l’ultima sfida di Sassolino è l’acciaio: in una stanza buia, l’unico guizzo di luce è una colata dal soffitto – dove sono sospesi sette forni - del metallo in fusione, che ammutolisce nell’oscurità dell’acqua di altrettante vasche. L’installazione «Diplomazija Astuta» è una reinterpretazione della «Decollazione di san Giovanni Battista» di Caravaggio , che si trova nella concattedrale dell’arcidiocesi di Malta a La Valletta. Ricorrendo alla tecnologia dell’induzione, l’installazione cinetica di Arcangelo Sassolino produce quindi gocce di acciaio fuso che cadono nelle sette vasche, ognuna a rappresentare un soggetto della Decollazione). «Ho voluto portare l’acciaio alla sua origine, liberarlo – spiega Sassolino –. Appare e scompare perché niente è per sempre, tutto è fugace».

Chiara Enzo, una lente d’ingrandimento sui corpi

Venti quadri di dimensioni contenute sono appesi alla parete in modo disorganico, costringendo il visitatore a mettersi in punta di piedi. Insieme, costituiscono l’opera «ConversationPiece» della veneziana Chiara Enzo, classe 1989 , esposta nel padiglione centrale dei Giardini. Tra tempera e pastello, con una resa iperrealista, i suoi dipinti sono ingrandimenti del corpo umano «all’estremo»: porzioni di pelle rigonfia, ferita, macchiata, addomi segnati da abiti troppo stretti. Per l’artista, la pelle è come se fosse il nostro limite e confine , lo spazio fisico in cui inizia e finisce la nostra interazione con il mondo. Demis Marin, la stoffa è ricordo Per i primi giorni di inaugurazione, al padiglione dell’Uruguay dei Giardini ci sarà anche il sarto mestrino Demis Marin. L’opera «Persona» dell’artista uruguayano Gerardo Goldwasser si sviluppa tra 50 rotoli di stoffa: è un percorso personale, il suo lavoro si sviluppa a partire da un manuale di sartoria tedesco ereditato dal nonno, un sarto ebreo che grazie alla sua professione, confezionando divise, riuscì a salvarsi dal campo di concentramento nazista di Buchenwalde arrivò in Uruguay. A Marin toccherà il compito di «prendere le misure» dei visitatori , lasciandole loro annotate su un foglio prima di proseguire il percorso nel padiglione.

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