Scarico di acque reflue non depurate: sequestrati capannoni industriali - QuiCosenza.it

2022-06-18 20:46:05 By : Ms. Chivas Chiao

Nello specifico i reflui confluivano a mare senza subire alcun trattamento depurativo. Il titolare è stato denunciato per la violazione di diverse norme ambientali

VIBO VALENTIA – La Guardia costiera, la Guardia di finanza e la Polizia locale di Vibo Valentia hanno accertato uno scarico di acque reflue industriali originate dal dilavamento dei piazzali di un’azienda dedita all’attività di sabbiatura e verniciatura di prodotti metallici che confluivano direttamente nella condotta della rete delle acque bianche che serve l’intera area industriale del di Portosalvo.

I reflui, mediante un sistema stabile di collettamento che collegava, senza soluzione di continuità, le vasche di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento di piazzale alla rete consortile delle acque bianche, confluivano a mare senza subire alcun trattamento depurativo. All’interno dell’azienda, oltre all’assenza del titolo autorizzativo ambientale relativo agli scarichi, è stato trovato un deposito incontrollato di rifiuti, anche pericolosi, su area non pavimentata e, peraltro, direttamente esposti agli agenti atmosferici. E’ stato così scoperto un illecito smaltimento dei rifiuti, con inevitabile compromissione delle matrici ambientali e potenziale pericolo per la salute pubblica. Sono stati così sequestrati i capannoni industriali per una superficie totale di oltre 11.000 metri quadri. Il titolare è stato denunciato alla Procura di Vibo Valentia.

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I profughi, tra cui tante donne e molti bambini, sono stati soccorsi da una motovedetta della guardia costiera

ROCCELLA IONICA (RC) – Sono 137 i migranti arrivati nelle ultime ore a bordo di una motovedetta della Guardia costiera a conclusione di un’operazione di soccorso in mare coordinata dalla sala operativa della Capitaneria di porto di Reggio Calabria a circa 20 miglia di distanza dalla costa della Locride. I profughi, tra cui tante donne e molti bambini alcuni dei quali neppure in età scolare, si trovavano su un barca a vela ormai alla deriva. Dopo lo sbarco nel Porto di Roccella Ionica, tutti i migranti, in gran parte di nazionalità afghana, sono stati sottoposti al test del tampone anticovid da parte del personale specializzato dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Successivamente, su disposizione della Prefettura reggina, sono stati momentaneamente sistemati in una tensostruttura realizzata nei mesi scorsi e gestita dai volontari della Croce Rossa e della Protezione civile e che, fino a 48 ore prima, era occupata, in parte, da decine di profughi sbarcati nelle ultime due settimane. Con l’approdo di oggi è salito a 25 il numero di “arrivi” di migranti nel solo tratto di costa della Locride in questi primi cinque mesi e mezzo del 2022: 24 a Roccella e uno a Siderno. Nel 2021 dei 55 sbarchi che si erano verificati nel solo tratto di mare della Locride ben 47 erano avvenuti nel Porto della cittadina roccellese.

Un tempo si falliva per debiti, oggi si fallisce per “crediti”. Cassetti fiscali pieni di crediti che nessuno acquista. Confapi Aniem lancia le sue proposte

COSENZA – In Calabria, a fine 2021, il settore edile è cresciuto fino a toccare quasi quota 20.000 aziende, in aumento sia sul 2020 (+3,2%), sia rispetto all’ultimo anno pre-Covid, il 2019 (+4,4%), posizionandosi al terzo posto in Italia per tasso di crescita. Nonostante questi dati, da Confapi Aniem e dal suo presidente regionale, Antonio Falbo, arriva il grido d’allarme: “Rischiamo il default. Potrà sembrare un paradosso e forse lo è, ma mentre un tempo si falliva per debiti, oggi si fallisce per “crediti”. Abbiamo i cassetti fiscali pieni di crediti, che nessuno acquista. È come avere in mano assegni a firma della Repubblica Italiana ma che di fatto sono assegni a vuoto”. Il 3 maggio scorso, a Bruxelles, Mario Draghi a proposito del Superbonus (non presente in Spagna, Francia, Germania) ha parlato di “prezzi triplicati per l’inesistenza della contrattazione in virtù di un lavoro che non viene di fatto pagato”. In realtà esistono alcuni aspetti che determinano l’inefficienza del provvedimento: il prezziario regionale che viene applicato non è fatto dalle imprese; i prezzi sono aumentati in tutta Europa per i costi delle materie prime, la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e le conseguenze economiche causate deal lockdown e dalla post pandemia. “Se oggi non si trovano più ponteggi è perché tutte le imprese edili li richiedono contemporaneamente per ultimare i lavori secondo rigide scadenze e questo comporta un aumento di richieste e di prezzi- ha proseguito Antonio Falbo.

Inoltre le continue modifiche apportate alla normativa quasi quotidianamente e inserite quasi di nascosto all’interno di decreti legge creano disagi alle molte aziende edili che vogliono ricorrere al finanziamento. “In meno di due anni sono state sedici le modifiche mentre le regole sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi sono cambiate quattro volte da novembre. Un caos normativo che ha messo in ginocchio tutto il settore delle costruzioni. Da novembre, infatti, è stata limitata la circolazione delle agevolazioni fiscali concesse attraverso il bonus e gli altri incentivi all’edilizia”– ha dichiarato, Francesco Napoli, presidente regionale Confapi Calabria. A questo proposito Confapi Aniem, lancia le sue proposte per evitare ulteriori problemi. “Ripristino immediato del principio della non retroattività delle norme: se quando si iniziano i lavori vigeva la norma per cui i crediti potevo cederli a chiunque e più volte, così dovrà continuare ad essere; eliminazione di tutte le scadenze e obbligo per gli enti pubblici, quali Poste Italiane, Cassa deposito e prestiti di pagare immediatamente i crediti presenti nei cassetti fiscali delle imprese edili.”

È quanto emerge da un’analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea fino al 31 dicembre 2021

COSENZA – La Calabria è la seconda regione italiana più virtuosa nella spesa del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). È quanto emerge da un’analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l’andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2021. I dati per questo fondo si fermano al 2020, quando la spesa certificata dalla Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a 703 milioni di euro ovvero il 65% del suo programma per il fondo nel periodo di programmazione 2014-2020, poco sotto la media Ue del 68%.

Al contrario però, la Calabria arriva al penultimo posto con il Fondo sociale europeo (Fse), che raggiunge un valore totale di 23 miliardi nel nostro Paese, fermandosi al 49% della spesa stando agli ultimi dati aggiornati. La media Ue è del 63%. Non va meglio per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il più imponente a disposizione dell’Italia con un totale di 36 miliardi di euro, collocandosi quartultima al 48%. Anche in questo la media Ue è del 63%. Il tempo utile per spendere tutti i fondi a disposizione per la programmazione 2014-2020 scadrà il 31 dicembre 2023. Tuttavia a Bruxelles si guarda con ottimismo alla possibilità che gli obiettivi fissati vengano raggiunti – e quindi non vengano perse risorse – grazie a uno scatto finale da parte delle amministrazioni italiane coinvolte, come già accaduto più volte in passato. E si sottolinea che, in seguito all’introduzione massiccia di nuove risorse con il React Eu, dovrebbe ridursi anche a livello europeo la percentuale della spesa media. I dati sull’andamento della spesa per programmi e per regioni dovrebbero essere aggiornati entro luglio.

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