Moto Morini 650 SCR e STR, i voti del #SottoEsame - News | InMoto.it

2022-09-24 14:19:17 By : Mr. ShuLin Qiu

Le nuove Seiemmezzo rappresentano il futuro di Morini, che dopo anni di sonnolenza sembra finalmente pronta per tornare a volare alto. Ecco come se la sono cavata

Che tempi. Un’azienda come la Moto Morini di 50 anni fa, oggi, non potrebbe esistere. Oggi c’è bisogno di stringere accordi con Paesi lontani dal nostro, tendenzialmente a est (nel 2018 Morini è stata acquisita dal colosso cinese Zhongneng), quantomeno per abbattere i costi di industrializzazione delle componenti più dispendiose. Viviamo in un mondo globale e sono da premiare le aziende che riescono ancora a fare del vero Made in Italy, termine ormai abusato ma che in alcuni casi, come Morini, dice la verità. E il mercato le sta dando ragione. Anche le ultime arrivate, le Seiemmezzo SCR e STR, sembrano avere tutte le carte in regola per seguire il successo della enduro, l’X-Cape, già molto apprezzata. Vediamo come se la sono cavata alla prova del nostro #SottoEsame. 

Le Moto Morini Seiemmezzo SCR e STR sono molto curate nei dettagli. Lo si nota osservando piccole cose, come i cavi sul manubrio ricoperti da guaina, la slitta per regolare il gioco catena, i comandi di freno e frizione regolabili nella distanza, il piolino della leva del cambio regolabile in altezza…attenzioni non banali, soprattutto per la categoria. Il colpo d’occhio, è inutile negarlo, è però per la SCR, con gli steli della forcella dorati e il suo verdone militare. La STR è un pelino più anonima. VOTO 7,5

Non è un segreto che il bicilindrico delle Moto Morini Seiemmezzo STR e SCR arrivi proprio dalla Cina e che, pare, abbia origini giapponesi…ma nulla di dichiarato. Possiamo dire però che è un bicilindrico in linea di 649 cc, capace di erogare 61 CV a 8.250 giri e 54 Nm di coppia massima (è disponibile anche in versione depotenziata per le patenti A2). Le due versioni SCR (più scrambler) e STR (più stradale) condividono ovviamente anche il telaio, un traliccio in tubi di acciaio che sfrutta il motore come parte stressata e il forcellone in alluminio. Il tutto per un peso a secco di circa 200 kg, non poco. Le sospensioni sono fornite da Kayaba per entrambe (forcella a steli rovesciati, monoammortizzatore senza leveraggi) e possono regolarsi nel precarico e nell’idraulica (il mono solo in estensione), una primizia per il segmento. Hanno entrambe un’escursione di 120 mm, ma per la SCR è prevista una taratura più soft. Identico anche il sistema frenante fornito da Brembo, come pure il serbatoio d 16 litri e la strumentazione TFT a colori di 5 pollici. Quindi, cosa cambia tra le due? Per prima cosa l’estetica: oltre alle diverse colorazioni, sulla SCR ci sono il cupolino sopra al faro, il parafango anteriore alto, i cerchi a raggi (in misura 18 - 17 pollici come la STR) e pneumatici semi-tassellati Pirelli MT60RS (Angel GT per la STR). Cambia anche l’ergonomia per via di un manubrio più alto e largo e attaccato a riser rialzati. VOTO 8

Salire sulla Moto Morini Seiemmezzo STR significa trovare una moto dalle dimensioni corrette, classiche per una naked. Il serbatoio è piuttosto slargato, le gambe rimangono rannicchiate, il busto non è caricato ma nemmeno eretto; una buona posizione di controllo sull’avantreno, che però non mette alla prova i polsi. Con la SCR è diverso. È incredibile come un semplice manubrio possa cambiare in maniera così evidente la posizione di guida. Il busto è praticamente verticale e si ha la sensazione di trovarsi sopra, non dentro la moto. Forse il manubrio è fin troppo rialzato, rispetto al piano seduta, e le leve di freno e frizione sono eccessivamente inclinate verso il basso. Questo comporta, nella guida spigliata, un minor controllo sulla ruota anteriore, come se fosse più lontana dalle mani del pilota. VOTO 6,5

I primi metri con la STR sono una conferma che sì, noi italiani con telai e ciclistiche ci sappiamo fare. È una di quelle che moto che riesce a comunicare bene con il pilota, senza offrire sensazioni artefatte o di difficile interpretazione. Commette giusto due peccatucci: è un po’ pesante, soprattutto nelle manovre a bassa velocità, e ha un raggio di sterzo piuttosto ampio. Le sospensioni sono sostenute: i primi tombini presi in velocità arrivano senza tanti complimenti. L’assetto però è molto equilibrato, è evidente alla prima curva affrontabile con un po’ di slancio. Scende in piega naturalmente, senza ondeggiare o al contrario opponendo resistenza. Questo comporta una spiccata attitudine alla guida brillante, sciolta. Nonostante il peso non tende ad allargare e aumentando il ritmo non accenna a perdere stabilità. Rimane sempre lì, sul binario immaginato dal pilota. Il bicilindrico da parte sua è un atleta non più così in forma, se parliamo di prestazioni pure. Ai bassi e medi è più regolare che esplosivo: meglio tenerlo un po’ su di giri, su strade in salita o quando vi pigliano i cinque minuti. Lì però, vicino alla zona rossa, mostra i canini e allunga con insistenza. La SCR è diversa, a partire dalle più morbide, che permettono ovviamente di sorvolare con più disinvoltura su buche o altri ostacoli, ma d’altra parte non possono garantire il rigore e la precisione della sorella stradale. Meglio prendersela più comoda, con la SCR. VOTO 8

Non è facile proporre una moto completa di sospensioni regolabili a un prezzo invitante, ma in Moto Morini ci sono riusciti: si parte da 6.990 euro per la STR e da 7.390 euro per la SCR; attualmente non sono previsti accessori di sorta. VOTO 8,5

Moto Morini 650 SCR e STR, LE FOTO DELLA PROVA

Le nuove Seiemezzo rappresentano il futuro di Morini, che dopo tanti anni di sonnolenza sembra finalmente pronta per tornare a volare alto. Ecco le foto della prova

Una volta, la storia di Morini era legata a doppio filo alle competizioni e alle prestazioni pure. Oggi non è più così: le Seiemmezzo sono moto più placide che sportive, ma in fondo è giusto che sia così. Sono figlie del loro tempo e il pubblico a cui sono rivolte le apprezzerà per la loro qualità e facilità di guida. VOTO FINALE 7,7

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