Call of Duty Modern Warfare 2: Infinity Ward torna in guerra

2022-06-18 20:44:45 By : Mr. DAVID LIU

Anticipato dalla solita tempesta di spifferate internettiane, il nuovo capitolo della saga bellica di Infinity Ward si è finalmente mostrato al pubblico nel corso di un evento dedicato, che precede di qualche mese il ritorno sulle scene dell'iconica Task Force 141, diventata nel tempo una delle icone più riconoscibili del franchise di Activision. Sulle spalle del collettivo losangelino pesano responsabilità di non poco contro: non solo Modern Warfare 2 ha il compito di rivendicare il retaggio qualitativo del suo predecessore, ma anche quello di riportare in auge il brand dopo i risultati deludenti registrati da Vanguard. Il nuovo Call of Duty è inoltre il nucleo di un ecosistema ludico di cui farà parte l'erede di Warzone, sviluppato utilizzando la medesima tecnologia che sostiene le feroci battaglie di Price e soci. Insomma, Modern Warfare 2 si affaccia sul mercato con un notevolissimo carico di aspettative, ed è tutt'altro che scontato che Infinity Ward riesca a sostenerle appieno. Malgrado l'indiscutibile potenziale della produzione, infatti, l'anteprima organizzata nei giorni scorsi dallo studio statunitense ha fatto emergere alcuni fattori di rischio da non sottovalutare.

La nuova epopea di Infinity Ward si apre a tre anni dalla conclusione del precedente capitolo, sullo sullo sfondo di una nuova crisi internazionale che minaccia di sconvolgere gli equilibri mondiali. Malgrado le cupe sfumature dello scenario dipinto dal team californiano, si tratta in effetti di ordinaria amministrazione per i veterani della Task Force 141, reduci da una moltitudine di "guerre segrete" insabbiate ai margini della storia.

Questa volta il "casus belli" è la morte di un ignoto generale straniero, rimasto ucciso durante un attacco aereo messo a segno dalle forze a stelle e strisce. La risposta di questa fazione ostile - ancora non meglio specificata - è una promessa di vendetta scritta col sangue, che porterà la squadra del capitano Price ad incrociare le armi con una legione di nemici vecchi e nuovi. A rinfoltire le fila dei bersagli poligonali ci saranno, come prevedibile, i terroristi di Al-Qatala, che questa volta potranno contare sul supporto di un temibile cartello messicano, con un ruolo di spicco nelle macchinazioni guerresche che rappresentano il fulcro della sceneggiatura. Il coinvolgimento dell'organizzazione spingerà Price, Gaz, Ghost e Soap ad accogliere tra le loro fila Alejandro Vargas, uno specialista in forze all'esercito messicano che parteciperà attivamente alle imprese della task force. Allo stato dei fatti non sappiamo molto altro sull'intelaiatura narrativa di una campagna che, al di là degli immancabili sfoggi balistici, punta ad approfondire il lato umano dei suoi personaggi chiave, dei rapporti che li legano e definiscono, con l'obiettivo di ricalibrare una certa retorica dell'eroe che, a onor del vero, sa ormai di stantio. A tal proposito Pat Kelly, il boss di Infinity Ward, ha spiegato come lo studio abbia cercato di trovare un buon equilibrio tra realismo e spettacolarizzazione, anche per quel che riguarda la messa in scena delle varie tappe della campagna. Lo sviluppatore ambisce dunque modellare un racconto intriso di ambiguità morali e spunti provocatori, mettendo al centro della trama quesiti tutt'altro che banali. Quali compromessi siamo disposti ad accettare per riuscire a sconfiggere un nemico? Vale la pena di correre il rischio di diventare proprio quello che stiamo cercando di distruggere? Va da sé che al momento è impossibile stabilire se la rotta tracciata da Brian Bloom e Jeff Negus, rispettivamente head writer e narrative director, riuscirà a soddisfare appieno le aspettative del pubblico, a maggior ragione considerando il pesante lascito di quello che viene comunemente considerato come il miglior Call of Duty degli ultimi anni.

Dal canto nostro, la presentazione organizzata da Activision ci ha trasmesso sensazioni contrastanti, anche per quel che riguarda l'identità ludica della titolo, complice l'insolita vaghezza di una comunicazione che nel corso dell'evento ha deviato fin troppo dai nodi cardinali del franchise, destando anche qualche preoccupazione legata all'assetto corale della produzione.

Prima di prendere in esame le note meno convincenti dell'offerta delineata da Infinity Ward, siamo lieti di confermarvi che l'ossatura ludica di Modern Warfare 2 sembra poggiare sulle solide fondamenta gettate dal predecessore, a partire dalla levatura audiovisiva di un gunplay all'apparenza più che solido.

Sia chiaro: in assenza di una prova "pad alla mano" è difficile stabilire il valore effettivo dello shooting, ma le sezioni di gameplay mostrate durante l'anteprima ci hanno concesso qualche rassicurazione circa l'efficacia di questa componente fondamentale, almeno per quel che riguarda la porzione single player. Vista la natura dell'evento, trasmesso in streaming con i consueti limiti dettati dalla compressione video, non possiamo ancora sbilanciarci sulla resa complessiva del nuovo engine sviluppato da Infinity Ward per il suo esordio generazionale, ma due aspetti della proposta ci hanno sicuramente colpito. In primis l'ottimo lavoro svolto dal team sul fronte delle luci volumetriche e dell'illuminazione in generale, che a braccetto con un'effettistica di gran pregio contribuisce a valorizzare ogni sequenza di gioco; in secondo luogo abbiamo apprezzato i passi avanti compiuti del versante delle animazioni, che risultano più fluide e verosimili anche per ciò che concerne la gestione della armi. Tornando al feedback sensoriale che caratterizza gli scontri a fuoco, in Modern Warfare 2 abbiamo ritrovato una grande attenzione per il comparto sonoro, già uno dei fiori all'occhiello del reboot pubblicato nel 2019.

Il sistema di simulazione delle onde sonore che ha accompagnato il nuovo debutto del capitano Price sembra quindi essere stato recuperato in toto, con l'intento di arricchire l'esperienza con un variegato bouquet di sonorità piene e stratificate, coerenti con le caratteristiche del terreno di scontro e tarate per amplificare l'immersività dell'insieme. Tra i ritorni più che graditi troviamo anche la filiera di rendering "differenziale" utilizzata per simulare il comportamento dei visori notturni, protagonisti della prima porzione di gioco mostrata durante la presentazione. La missione si apre nel ventre d'acciaio di un elicottero da trasporto, in volo verso un remoto avamposto difeso dalle forze di Al-Qatala. Illuminati da una luce scarlatta, gli specialisti della TF 141 si preparano ad abbandonare il veicolo: l'aria è tesa, densa come quella della notte che accoglie gli incursori del team guidato da Ghost. Nei panni di John "Soap" McTavish attraversiamo i resti di un caseggiato in rovina, poco prima di assistere all'abbattimento del nostro elicottero da parte dei guerriglieri, ora impegnati a bersagliare con ferocia i sopravvissuti del team alpha. Malgrado il senso d'urgenza trasmesso dalla scena, l'avanzata dello squadrone non degenera mai in un furioso assalto: i movimenti sono controllati, precisi e perfettamente coordinati, com'è lecito aspettarsi da un manipolo di soldati ben addestrati. Raggiunti i confini del complesso il ritmo del gameplay si fa più intenso, ma sempre entro i limiti stabiliti da una prassi tattica al contempo cauta e fulminea, scandita dai tempi chirurgici di una "regia" capace di alimentare egregiamente una tensione pervasiva.

Pur trattandosi di una missione molto guidata e lineare, l'assortimento delle meccaniche sembra lasciare ai giocatori qualche margine di manovra nella gestione degli approcci battaglieri, col ritorno del sistema di "weapon mounting" visto nel precedente capitolo e l'apporto di un'interazione ambientale misurata ma significativa. Più in generale, il team di sviluppo ha identificato la varietà ludica come uno dei capisaldi della visione creativa alla base di Modern Warfare 2, che punta a proporre ai giocatori un ampio ventaglio di situazioni, tra feroci sparatorie, incursioni silenziose e le immancabili sezioni veicolari, cercando di infondere nuova linfa anche in schemi di gioco già rodati. Nel caso della missione stradale "Convoy", ad esempio, saremo chiamati a raggiungere la nostra meta saltando - letteralmente - di auto in auto, in un susseguirsi di fasi di guida, scambi balistici dal finestrino e rischiose manovre per raggiungere il tettuccio, da usare come trampolino per abbordare una nuova quattroruote prima che la nostra ceda rovinosamente sotto il fuoco incrociato. Questo col contributo di una distruttibilità veicolare ben più consistente rispetto al passato, che permetterà alle parti in causa di perforare gli pneumatici (con conseguenze sulla manovrabilità) e smontare pezzo dopo pezzo i mezzi degli avversari, fino a nullificare la protezione offerta dalla carrozzeria: una pratica che tornerà sicuramente utile anche sul fronte multigiocatore.

Sempre parlando di diversità situazionale, in un altro scampolo di gameplay abbiamo visto uno dei membri della TF 141 calarsi lungo il fianco di cristallo di un grattacielo, con la possibilità di ruotare l'inquadratura - e di conseguenza il corpo dello specialista - in base alle preferenze d'ingaggio. L'ultima delle missioni mostrate durante l'anteprima proponeva un assalto anfibio interamente votato ad una furtività affilata, come la lama del coltello che abbiamo visto affondare senza pietà nei punti vitali di una torma di ignari gaglioffi, schierati a guardia di un porticciolo nei pressi del centro di Amsterdam.

L'obiettivo era per l'appunto quello di annientare silenziosamente le difese della baia, crocevia di un traffico d'armi tra il Messico e il Medio Oriente, sfruttando le acque torbide dell'Amstel per nascondersi alla vista dei nemici, sfuggire alle loro sventagliate o trascinarli verso una pugnalata subacquea. In questo caso l'incarico concedeva al giocatore spazi di manovra più generosi, lasciandolo libero di definire le strategie d'attacco in base alle proprie preferenze d'approccio, col supporto di un level design più arioso. Questo almeno fino al clou dell'operazione ambientato tra le cabine anguste della barca utilizzata dagli uomini del cartello per i loro loschi affari, caratterizzato da un ritmo ben più intenso e da un'esplicita propensione alla furia armata. Approfittando dell'occasione, il team di sviluppo ha aperto una lunga parentesi a una delle innovazione chiave presenti in Modern Warfare 2, che riguarda tanto il versante tecnico quanto quello ludico. L'acqua sembra infatti rappresentare una sorta di filo conduttore che unisce tutte le esperienze incluse nel pacchetto, dalla porzione in singolo fino al sequel di Warzone, passando ovviamente per il multiplayer "tradizionale".

Oltre ad aver dedicato una grande attenzione alla simulazione del moto ondoso e alla resa delle superfici acquatiche, lo studio si è impegnato per riprodurre in modo accurato il fenomeno dell'assorbimento selettivo (la variazione cromatica cui si assiste scendendo in profondità), nonché le alterazioni balistiche e l'ampio spettro di riflessi generati dall'impatto della luce sull'acqua. Pur aggiungendo una piacevole nota di realismo all'insieme, nel quadro di un promettente comparto visivo che fa ampio uso di tecniche come il PBR (physically based rendering) e la fotogrammetria, questo specifico aspetto della produzione ha innescato in noi un genuino moto di preoccupazione, legato in particolar modo a quella che sarà l'esperienza multigiocatore "unificata" di Modern Warfare 2. Abbiamo infatti avuto la sensazione che Infinity Ward punti ad incrementare considerevolmente il novero delle superfici acquatiche presenti nel catalogo delle mappe multigiocatore, allontanandosi - almeno in parte - dai dogmi della filosofia "boots on the ground" alla base dell'offerta ludica. Guardando ai trascorsi della serie in tema di combattimento e "camping" subacqueo, è quantomeno lecito chiedersi che impatto potrà avere questa eventuale proliferazione sugli equilibri ludici del gameplay. Vale la pena di precisare che questi dubbi sono al momento privi di un riscontro concreto, e speriamo di poterli fugare del tutto una volta messe le mani sulla prima build del gioco. Un discorso che estendiamo anche all'intelligenza artificiale, un'altra delle "key innovation" del titolo che, a dirla tutta, nelle sequenze mostrate in anteprima non ci è sembrata particolarmente evoluta. Se l'intento di Infinity Ward è quello di donare una maggiore credibilità ai nemici, con algoritmi deputati a simulare l'istinto di autoconservazione, il linguaggio del corpo, la percezione spaziale e la coordinazione strategica, per il momento non abbiamo notato grandi differenze rispetto al precedente modello comportamentale. Ribadiamo ancora una volta che si tratta di riflessioni da prendere con le dovute cautele, formulate nel contesto di un primissimo incontro rigorosamente "hands off".

Tra le novità che avremmo voluto fossero approfondite meglio troviamo anche due nuove meccaniche di movimento, appena intraviste e sicuramente meritevoli di attenzione: in Modern Warfare 2 sarà infatti possibile "tuffarsi" a terra durante la corsa, assumendo istantaneamente una posizione di tiro prona, e appendersi a varie sporgenze per valutare la situazione e magari distribuire qualche buon colpo di pistola.

Anche il sistema di progressione delle armi e l'immancabile "Gunsmith" hanno subito modifiche di un certo rilievo, pensate per rendere più organico l'avanzamento e lasciare agli utenti margini di personalizzazione più generosi. In Modern Warfare 2 l'ampliamento dell'arsenale sembra articolato seguendo le logiche tipiche degli "skill tree" ruolistici: le varie bocche da fuoco sono infatti disposte su diagrammi ad albero (definiti "platform") che permettono di sbloccarle in sequenza, presumibilmente accumulando esperienza con una specifica famiglia di armi, che peraltro può contenere diverse categorie di strumenti bellici (fucili d'assalto, mitra, LMG). Passando al Gunsmith, ogni arma potrà essere "customizzata" montando un massimo di 10 accessori, che saranno ulteriormente personalizzabili per adattarli alle preferenze guerresche di ciascun utente. Potremo ad esempio variare il peso e la lunghezza della canna di un fucile, magari dando priorità al controllo del rinculo rispetto alla velocità di mira, oppure favorendo la stabilità a scapito della maneggevolezza.

La flessibilità di questi meccanismi (gestibili tramite slider dedicati) non ha mancato di intrigarci, sebbene al momento sia davvero impossibile valutarne l'efficacia in termini di bilanciamento, specialmente in ottica competitiva. A questo proposito, Infinity Ward ci ha concesso solo una rapidissima panoramica di quello che saranno i tratti distintivi della proposta multigiocatore di Modern Warfare 2, che come prevedibile sarà suddivisa in due macroaree: la cosiddetta "core experience" (6v6 con tutte le variabili del caso) e l'evoluzione di Guerra Terreste (votata al combattimento su larga scala). Parlando di quest'ultima porzione dell'offerta, gli sviluppatori hanno detto di aver sfruttato l'esperienza accumulata con Warzone per ottimizzare la gestione degli spazi e dei punti d'interesse, con l'intento di creare un ecosistema di gioco sfaccettato e capace di appagare le esigenze di tutte le tipologie di "fraggatori". Seppur con presupposti diversi, anche le mappe dedicate alle modalità classiche sono state tornite con l'obiettivo di soddisfare appieno le aspettative comunitarie, e ci auguriamo che il risultato sia del tutti in linea con i propositi del team. In mancanza di un tour virtuale tra gli scenari in questione, non possiamo in alcun modo valutare - anche sono in maniera preliminare - l'esito di questo lavoro, mentre sappiamo per certo che il catalogo delle modalità accoglierà al suo interno almeno due "new entry". La prima, chiamata Knockout, unisce le dinamiche tipiche di Scontro (Gunfight) con quelle del "core multiplayer" di Call of Duty, e sfida i giocatori a scontrarsi per accaparrarsi una trasmittente collocata in giro per lo scenario. Con una sola vita a testa, per aggiudicarsi la vittoria gli utenti dovranno mantenere il controllo del dispositivo fino allo scadere del tempo (in questo caso saranno ben visibili sulla mappa), o in alternativa intombare tutti gli avversari. La seconda modalità inedita è Prisoner Rescue, un alterco armato dal carattere più tattico che vede due fazioni contrapporsi sui fronti opposti di un'operazione di recupero. Una squadra dovrà dunque riuscire a sottrarre un ostaggio dalle grinfie dell'altra per poi condurlo verso il punto d'estrazione designato, mentre l'altra avrà chiaramente il compito di ostacolare in ogni modo il salvataggio.

Con tutta probabilità, entrambe le modalità saranno presenti nell'immancabile open beta che anticiperà il lancio del titolo, previsto per il prossimo 28 ottobre su PC (anche Steam) e console. Ci auguriamo che di qui all'autunno avremo anche l'occasione di rivalutare i tasselli meno convincenti della proposta di Infinity Ward, autori di un sequel sul quale grava l'arduo compito di risollevare le sorti del franchise dopo la dura flessione segnata da Call of Duty: Vanguard (ecco la recensione della campagna di Call of Duty Vanguard).

Con Call of Duty: Modern Warfare 2 Infinity Ward punta a replicare lo straordinario successo registrato dal reboot del 2019, accolto come una piacevole ventata d’aria fresca tra le maglie di una community tanto affezionata quanto esigente. Per raggiungere l’obiettivo, il team è ripartito dalle solide basi del precedente capitolo per modellare un impianto ludico di spessore, sostenuto da un engine rinnovato e promettente. Se la l’esperienza di base sembra costruita nel rispetto della filosofia “boots on the ground” del franchise, alcune elementi inediti potrebbero però rappresentare un importante fattore di rischio per l’esito dell’operazione. Il focus sugli spazi acquatici, ad esempio, punta il titolo in una direzione alquanto pericolosa, in particolar modo per quel che riguarda gli equilibri del gioco competitivo. Giudizio sospeso anche sugli interventi apportati sul versante dell’intelligenza artificiale, che durante la presentazione non ci è sembrata particolarmente vivace o reattiva. Nel complesso, la proposta delineata da Infinity Ward mostra comunque un potenziale da non sottovalutare, che speriamo porti il sequel a bissare il successo del predecessore.

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