Alluvione nelle Marche, distrutte strade e case: la tempesta fa 10 morti, tre i dispersi- Corriere.it

2022-09-17 12:19:49 By : Mr. Michael Ma

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Marche, caduta in poche ore un terzo della pioggia di un anno. Tre dispersi. Il sindaco di Cantiano: il centro storico non c’è più. La pressione dell’acqua fa esplodere i portoni di abitazioni e garage

Dovete pensare questo della tempesta di giovedì notte : che fuori è buio e comincia a piovere, che è una pioggia subito battente, rumorosa, ha qualcosa di innaturale per come picchia sopra i tetti e contro i vetri delle finestre, e poi è sporca, limacciosa.

Quattrocento litri d’acqua per metro quadrato che un cielo basso e cattivo sta sganciando su Pianello di Ostra, Cantiano, Senigallia, sulle pianure e sulle colline dell’alto pesarese, addossate al confine con l’Umbria. Chiudi le persiane, tira giù le serrande . Chiama nonno che sta ancora in garage. In certi momenti non sai, non capisci, non immagini. Ma quando guardano giù: il fiume Misa ha rotto gli argini , i vicoli e le strade dei paesi e delle frazioni sono già ruscelli impetuosi di fango, le piazze diventano laghi nerastri . La melma trascina via tutto, ponti e pali della luce, automobili e alberi. E poi bussa ai portoni, e i portoni scricchiolano, esplodono. Cronaca secca: i morti accertati sono 10, 3 i dispersi, oltre 100 i feriti , imprecisato il numero degli sfollati. Adesso il sole è alto, bivio di Casine, strada statale 360. Pattuglia dei carabinieri. Maresciallo: «Per entrare a Pianello di Ostra da questo versante bisogna guadare un fosso con un metro di fanghiglia. Suggerisco di tagliare per quel viottolo: dove finisce la vigna, c’è un tratto di sterrato percorribile». Tanto per inquadrare la prima scena: ecco una signora in camicia da notte rosa che due vigili del fuoco stanno cercando di calare dal secondo piano di una villetta . Sono appena riusciti a sistemarla sulla scala di acciaio, e le suggeriscono di non guardare in basso: ma lei, invece, guarda. E vede le zampe e la pancia del suo labrador nero spuntare dal tappeto di fango, che l’ha travolto e soffocato. La donna allora urla, inizia a tremare, e piomba giù come un manichino, letteralmente atterra sul corpo del suo cane.

Colpo d’occhio: la ferocia del vento ha scoperchiato i tetti, strappato via querce secolari , l’acqua — a giudicare dalle tracce di umidità lasciate sulle mura delle abitazioni — ha raggiunto i due metri di altezza. In un groviglio di lamiere: ciò che resta di una Fiat 500, due cassonetti dell’immondizia, un pezzo di saracinesca, una lastra di marciapiede. Sembra che per tirare fuori le proprie automobili dalla rimesse, per evitare di ritrovarsele sepolte dal fango, qui siano morti in tre. Giuseppe e Andrea Tisba , padre e figlio: rispettivamente di 65 e 25 anni . Stavano lì a cercare di fare manovra, poi improvvisamente è diventato tutto scuro, hanno sentito solo lo schianto dei finestroni. Lo stesso identico destino di Diego Chiappetti , 51 anni, un loro amico. È pazzesca questa irrefrenabile ansia di correre a mettere in salvo la propria macchina: e niente, il fango è andato a prendersi lì sotto nel garage anche lui. Si raccolgono storie di morte nel rumore delle idrovore che stanno cercando di risucchiare la melma . Arriva Amsir Seric , il proprietario del bar Gatto Bianco. Racconta: «Il letto del fiume era sporco , non lo pulivano da anni. I detriti, trascinati dalla forza delle acque, si sono ammassati sotto al ponte. Che è così diventato un gigantesco tappo ». L’acqua è rimbalzata, schizzata fuori dagli argini ed è entrata a casa di Fernando Olivi , 84 anni. Difficoltà motorie, era solo: si accuccia in poltrona, sto al primo piano, andrà tutto bene. Il fango è però entrato dal balcone, ha sommerso il corridoio e Nando l’hanno trovato poco fa, rannicchiato, come certi «calchi» di Pompei.

Il maresciallo dei carabinieri di prima: «Abbiamo recuperato anche un altro corpo: si tratta di Ennaji Mohamed ». Sui cellulari, intanto, entrano le immagini girate dagli elicotteristi dei vigili del fuoco. Hanno portato via dai tetti ventidue persone e poi hanno filmato le campagne marchigiane sommerse. Il sindaco di Cantiano, Alessandro Piccini: «Il centro storico del mio paese non esiste più. La zona industriale è allagata . Non abbiamo più gas, luce e acqua potabile, perché le tubature sono saltate». Saltano anche i nervi.

Ovunque vai, trovi un sindaco che denuncia la totale assenza di bollettini d’allarme (in poche ore è venuta giù un terzo della pioggia di un anno). Il primo cittadino di Sassoferrato, Maurizio Greci : «Avevamo ricevuto soltanto una semplice allerta gialla». Il governatore della Marche Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) indice due giorni di lutto regionale e fa sapere «di seguire, costantemente, l’evolversi della situazione». La procura di Ancona intanto apre però un fascicolo d’inchiesta che ipotizza i reati di inondazione e omicidio colposo . Giunge notizia di altre tre vittime: a Trecastelli (Ancona), è stato trovato il corpo della settantenne Maria Luisa Sereni . Deceduta, a Ostra Vetere, Rina Febi . A Brugneto di Senigallia, Gino Petrolati di anni 89, lo trovano ancora nella sua auto, le mani sul volante. Sulla Moleskine restano scarabocchi di appunti: quasi nessuno piange , uomini e donne scavano insieme ai volontari della Protezione civile, scaricate casse di acqua e coperte, problema latte per i neonati, in località Barbara si cercano ancora il bambino di 8 anni che era in braccio alla madre , Silvia Mereu, salva, e la signora Brunella: sua figlia Noemi è invece stata trovata morta. I dispersi, in totale, sono comunque tre. Lo sa pure il premier Mario Draghi : è venuto a visitare questa frazione che l’uragano aveva deciso di spazzare via, ha uno sguardo atterrito, annuncia 5 milioni di euro per le prime necessità . Quando Draghi riparte, tutti scendiamo a Senigallia. Il fiume Misa ha rotto le balaustre in pietra nel centro storico, ci sono stabilimenti balneari distrutti, strade chiuse, schizzi di fango anche sulle finestre degli alberghi, gli ultimi turisti caricano in fretta i bagagli.

Si scrive guardando un mare giallognolo, gonfio, che fa paura. Il cielo, dopo alcuni squarci di azzurro, ha di nuovo preso il colore del piombo .

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