Lo stop alle auto a benzina e diesel allunga ombre pesanti sul futuro - Newsnovara.it

2022-06-18 20:48:21 By : Ms. Judy Zhu

Per oltre 2 secoli e fino a tutto il 2019, il mondo ha viaggiato con mezzi alimentati da combustibili fossili. Poi è arrivato l’anno 2020 che in un batter di ciglia ha reso migliori i nostri anni peggiori: la pandemia, le mille e una varianti del Covid, la crisi russo-ucraina poi diventata guerra, la mancanza di materie prime, la benzina a 2,50€ al litro, l‘irreperibilità di componenti elettronici, la scarsità del grano. E poi ancora: la costruzione di nuove centrali a carbone in Cina e la transizione ecologica dell’Europa. Sì, la transizione ecologica verso un mondo più pulito ed ecosostenibile che l’Unione Europea (UE) decide adesso di affrontare. Con l’obiettivo di creare nuove incertezze in un’Europa alquanto provata… e che pare correr veloce verso un nuovo big-bang piuttosto che verso un’evoluzione.  

Ignorati per decenni i venti guerra tra Russia e Ucraina, i colpi di cannone dei tank russi riaccendevano di colpo gli interessi sul petrolio. Il prezzo per barile s’impennava e contestualmente la Commissione Trasporti dell’Unione Europea chiedeva modifiche ai provvedimenti di riduzione delle emissioni denominato Fit for 55. E nonostante lo scetticismo più totale, il giorno 8 giugno 2022, il Parlamento Europeo votava – con 339 voti a favore e 273 contrari (e astenuti) – il provvedimento definitivo che mette al bando i motori endotermici dall’anno 2035. Dunque, con un elevato 45% di votanti contrari a mettere un punto alla fine di un’era, la riforma ha compiuto il suo primo passo. 

Ministri della transizione, Presidenti di gruppi automobilistici e tutto il settore automotive gridavano allo scandalo rivendicando produzione e utilizzo di combustibili sintetici in luogo di quelli fossili: in effetti tali combustibili avendo costi ragionevoli, non modificano le abitudini totalmente stravolte nel scorso dell’ultimo biennio; e rendono possibile e sostenibile la transizione. 

Naturalmente queste istanze sono state respinte, il Parlamento Europeo ha bocciato alcuni emendamenti presentati a tutela del motore endotermico; ma è stata invece accolta – in deroga a tutte le regole sulle emissioni – l’istanza richiesta dai costruttori di auto che producono fino a 10 mila unità l’anno (come Ferrari e Lamborghini): essi potranno continuare a produrre auto a combustione fino all’anno 2036.   

L’obiettivo UE di cancellare la dipendenza dai combustibili fossili muove il suo primo passo. Ma quale sarà il prezzo da pagare? Certamente bisognerà ricorrere a nuove fonti energetiche, una tra tutte quella nucleare, per fronteggiare l’aumento del fabbisogno. E prima ancora bisognerà disattendere il risultato del referendum dell’8-9 novembre 1987 con cui l’Italia, allora 3° produttore mondiale di energia elettronucleare dopo Usa e Gran Bretagna, spegneva i suoi reattori. 

Per dovere di cronaca è bene precisare che l’Unione Europea (UE) è l’evoluzione dalla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) istituita col Trattato di Parigi del 1951 che permetteva il libero scambio del carbone e dell’acciaio. E proprio oggi, a distanza di qualche anno, l’UE mette al bando il carbone favorendo le batterie. E aumenta senza controllo il prezzo dell’acciaio. Che il declino dell’UE sia appena iniziato?